Matteucci Franco - Ispettore Santoni 02 - 2014 - La mossa del cartomante by Matteucci Franco

Matteucci Franco - Ispettore Santoni 02 - 2014 - La mossa del cartomante by Matteucci Franco

autore:Matteucci Franco [Matteucci Franco]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General, Thrillers, Crime
ISBN: 9788854164505
Google: Rw_ZAgAAQBAJ
Amazon: B00I3RB8VW
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2014-01-27T23:00:00+00:00


Capitolo ventunesimo

Il Dogana era più trasandato del solito. In quei giorni della Coppa del Mondo aveva lavorato giorno e notte, accanto alla sua pompa. Era sveglio da moltissime ore, nessuna goccia d'acqua lo aveva sfiorato, solo quelle di Ginpin, in abbondanza.

«Allora, ispettore, a quando le nozze?».

Santoni decise di stare al gioco anche perché non poteva più sottrarsi, e gli rispose ironicamente.

«Allora è vero, sei più potente del capo della CIA. Come hai fatto a sapere questo “gran segreto”?».

Il Dogana indicò l'interno del chiosco. Tra il POS della carta di credito che vibrava, esausto, e una penna rammendata dallo scotch, spiccava, come novità assoluta, un piccolo televisore a transistor, spento.

«Ho seguito tutto, ma proprio tutto, alla TV».

Nascose un sorriso beffardo, coperto dalle sue manacce nere, come un bambino quando parla di cose sporche. Santoni preferì deviare.

«E un televisore a colori o in bianco e nero?» «A colori, ovvio, solo lei ancora oggi usa il bianco e nero».

Il colloquio stava prendendo la solita piega polemica che irritava l'ispettore. Era mortificante scoprire che il benzinaio sapeva tutto di tutti. Ma soprattutto di lui.

«Allora, stando di fronte alla pompa per tante ore, ne avrai raccolte di notizie. C'è, oltre a quella mia e di Ingrid, qualcosa che valga la pena conoscere?».

Il Dogana fissò improvvisamente il cielo, gli occhi si appiccicarono con intensità su un punto ignoto dell'infinito. Era stanco e ubriaco, sembrava sconnesso dal mondo. Santoni sperò che in quelle condizioni sarebbe stato più semplice scalfire le sue resistenze, aprire qualche scrigno, raggirarlo con degli espedienti. Lo travolse con tante domande: «Allora, non mi racconti qualcosa di Alina, o del cartomante, o della vita segreta di Marietta? E il nano thailandese dove lo mettiamo? O forse mi vuoi dire quali sono le vedette clandestine di Valdiluce come la famosa “Telecamera”? E il dottor Franzelli si veste o no da Pluto?».

Una pia illusione, quella di Lupo Bianco. Appena il Dogana tirò fuori di nuovo il fiato, si capì che teneva i lucchetti ben serrati:«Una cosa che interessa a lei può non interessare a me, e viceversa. Noi due siamo simili, sulla stessa via, anche se qualche volta lei va a destra e io a sinistra, o al contrario, l'importante che a un incrocio non ci scontriamo».

I soliti messaggi oscuri che sembravano frutto di una mente malata, ma Santoni sapeva che dentro quel linguaggio cifrato affioravano, qua e là, parole o concetti che contenevano delle verità. Paride fissò come un profeta l'universo e lanciò l'ultimo suo vaticinio: «La sostanza che deve guidarla nelle indagini, è quel coso laggiù».

Indicò ancora il televisore appoggiato nel chiosco.

«Lì dentro ci sono le chiavi di tutte le storie di Valdiluce, deve partire da quel mondo, per capire il nostro. Il bandolo della matassa sta nell'etere. Beato chi ha le antenne giuste per captarlo».

Ancora la tv, stava diventando un'ossessione. Il Dogana già aveva sottinteso in un altro incontro: “La robaccia della televisione. Ha fatto più male che bene «Quando parli di televisione, ti riferisci ad Assunta Moresco, che viene da quell'ambiente?».

Il Dogana s'irrigidì su quel nome, adesso si sentiva strozzato dalle sue stesse parole.



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